Il maestro francese Cellarius, nel suo The drawing-room dances (London 1847) ci introduce nella prima crisi del valzer, causata non da una danza di diverso genere, ma da un modo diverso di danzare il valzer medesimo, il valzer à deux temps.
Per il maestro il valzer à trois temps (facciamo notare che è in questi anni che si diffonde) ha ceduto il posto al deux temp: “Adesso il valzer à deux temps è più generalmente adottato, anche perché ha alcuni vantaggi che giustificano questa preminenza, ma in quanto ancora presente in alcune feste bisogna conoscerlo, anche se poco ballato… In realtà nessun allievo oggi va in una scuola pensando di studiare il valzer à trois temps, perché appartiene al passato. Freddezza, monotonia, rotazione incessante imposta ai danzatori, sono gli svantaggi principali del valzer à trois che hanno contribuito all’allontanamento. Spesso, inoltre la dama si allontana troppo dal cavaliere, gira via la testa, si proietta all’indietro e sembra pronta a staccarsi dal cavaliere: effetti sgraziati ed antiquati. Inoltre la maggior parte di coloro che danzano il valzer à trois non hanno mai ricevuto l’insegnamento di un maestro, da qui quelle pose esagerate, false, contorsioni e il girare sui talloni come un automa, che derivano dall’impero.”
Ecco la descrizione del valzer à trois temps:
Il cavaliere si pone bene in fronte alla sua dama, il braccio sinistro arrotondato formando un arco di circolo. Il Cavaliere parte col piede sinistro e la Dama col destro.
Primo movimento: il Cavaliere pone il piede sinistro davanti alla Dama.
Secondo movimento: incrocia il destro dietro il sinistro, talloni alzati.
Terzo movimento: piroetta sulle punte di entrambi i piedi, ritrovandosi col destro in terza anteriore.
Quarto, quinto e sesto movimento: porta il destro avanti, quindi scivola il sinistro avanti, quindi il destro avanti in terza posizione sempre ruotando verso destra.
La Dama inizia contemporaneamente partendo con il quarto movimento.
In sei passi si realizza un giro completo. Il Cavaliere prepara l’inizio con un leggero saltino e sollevando il piede sinistro sul terzo movimento della battuta che precede l’inizio. Il collo non deve essere rigido, ma neanche si deve sollevare ed abbassare di continuo la testa. Cellarius non spiega la posizione di partenza rispetto alla linea di danza, ma descrive l’esercizio che fa fare ai suoi allievi: l’allievo faccia al muro, con mezzo giro darà le spalle al muro e con l’altro mezzo giro ritorna faccia al muro; questo ci fa capire che il Cavaliere inizia con le spalle al centro della sala.